A cura di: Anna Dalle Grave

Calugi, S., Dametti, L., Chimini, M., Dalle Grave, A., & Dalle Grave, R. (2021). Change in eating‐disorder psychopathology network structure in patients with anorexia nervosa treated with intensive cognitive behavior therapy.International Journal of Eating Disorders. doi:10.1002/eat.23590Pubmed Abstract

La terapia cognitivo-comportamentale migliorata (CBT-E) per i disturbi dell’alimentazione è stata sviluppata sulla base di un solido modello teorico che postula l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo come il nucleo centrale e specifico della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione. Sulla base di questo presupposto, le caratteristiche cliniche tipiche del disturbo dell’alimentazione derivano direttamente (per esempio, preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, restrizione dietetica, esercizio fisico eccessivo, vomito auto-indotto, basso peso) o indirettamente (per esempio, episodi di abbuffata) da questa psicopatologia specifica.

Diversi studi hanno, di fatto, confermato l’efficacia della CBT-E sia ambulatoriale che intensiva per l’anoressia nervosa, ma risultano essere ancora sconosciuti i meccanismi specifici che producono questi miglioramenti nella psicopatologia del disturbo dell’alimentazione.

D’altro canto, nella ricerca scientifica sulla psicopatologia, oltre agli studi condotti con l’utilizzo della statistica inferenziale, si è affacciato nel panorama internazionale un nuovo approccio statistico, la network analysis, che vede i disturbi mentali, tra cui i disturbi dell’alimentazione, come il risultato di una continua interazione tra sintomi, piuttosto che come l’espressione di costrutti non misurabili (le variabili latenti). Questa nuova concettualizzazione ha cominciato ad essere utilizzata, oltre che nello studio della psicopatologia con dati cross-sectional, anche nell’analisi dei cambiamenti della psicopatologia legati all’intervento terapeutico.

Tuttavia, ad oggi, nessuno studio ha ancora valutato l’associazione tra miglioramenti nella psicopatologia del disturbo dell’alimentazione e possibili cambiamenti nella densità delle connessioni tra sintomi in pazienti con anoressia nervosa trattati con un intervento basato sull’evidenza scientifica, come la CBT-E.

Per questo motivo è stato recentemente condotto uno studio che ha confrontato il cambiamento nelle connessioni all’interno della network prima e dopo un intervento di CBT-E intensiva, condotto presso la  Casa di Cura Villa Garda, in 214 pazienti con anoressia nervosa di età ≥ 16 anni. La network era composta dalle caratteristiche del disturbo dell’alimentazione, misurate attraverso l’Eating Examination Questionnaire, e dall’indice di massa corporea (BMI).

I risultati, con l’utilizzo della statistica inferenziale, e confermando risultati di precedenti studi, indicano che i pazienti che sono stati trattati con la CBT-E intensiva hanno mostrato miglioramenti significativi sia nel BMI e che nella psicopatologia del disturbo dell’alimentazione. Inoltre, l’indagine condotta con la network analysis ha rivelato una riduzione significativa sia in termini di forza globale che di forza delle connessioni all’interno delle network, suggerendo una ridotta densità di connessioni alla fine del trattamento interpretabile come un miglioramento della psicopatologia, con una riduzione della probabilità di attivazione dei sintomi.

Tuttavia, per quanto riguarda il ruolo centrale dei sintomi all’interno delle network, al basale, “la paura dell’aumento di peso” e le “regole dietetiche” erano i sintomi che mostravano connessioni dirette più forti con gli altri sintomi. Alla fine del trattamento, invece, i sintomi “restrizione dietetica”, “preoccupazione per il cibo”, “sentirsi grasso” e “disagio nel vedere il corpo” hanno mostrato forti connessioni dirette con altri sintomi, indicando un cambiamento nella rilevanza di alcuni sintomi nella psicopatologia dal basale alla fine del trattamento. Queste differenze indicano un cambiamento significativo nella psicopatologia del disturbo dell’alimentazione durante il trattamento, con alcune espressioni della psicopatologia che continuano a rimanere attivate dopo l’intervento terapeutico.

In conclusione, i risultati dello studio mostrano che i pazienti con anoressia nervosa trattati con la CBT-E hanno cambiamenti significativi nella struttura della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione, con una riduzione della forza delle connessioni all’interno della network dal basale alla fine della terapia, ma con alcune espressioni della psicopatologia che rimangono molto attive e connesse tra loro. La futura ricerca, sulla scia di questo inizio, potrebbe migliorare la comprensione sulla centralità dei sintomi nella network della psicopatologia e dare indicazioni su come un trattamento specifico possa agire per ridurre i sintomi e modificare le loro connessioni nel tempo.